Sconcerti: “La differenza con Sacchi, rende Sarri unico”

Lo scrive Mario Sconcerti nel suo editoriale per il Corriere della Sera Forse c’è qualcosa...

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Lo scrive Mario Sconcerti nel suo editoriale per il Corriere della Sera

Forse c’è qualcosa di diverso nella crescita del calcio italiano. Sappiamo quasi esattamente su cosa possiamo contare. Il Napoli sotto questo aspetto è come la Juve, fa sempre la partita, gioca bene, in casa fa risultato indipendentemente dall’avversario. Non è chiaro cosa voglia dire in generale, in Europa League per adesso siamo stati insicuri, la crescita non è automatica. Ma le nostre migliori sono competitive. Il Napoli giocava contro una vera squadra europea. Il Benfica ha iniziato cercando possesso e velocità di palla, il Napoli ha aspettato e poi cominciato il suo gioco puro, indipendente e l’ha sommerso. Sarri è molto diverso da Sacchi al di là delle infatuazioni. Uno giocava a utilizzare gli spazi da dietro (Sacchi), l’altro cerca spazio nel mezzo. Non è un’evoluzione. Una è stato una specie di rivoluzione di destra, la squadra al comando, il principe è il tecnico, il suo comandamento. Quella di Sarri mi sembra più una rivolta di popolo, due tocchi e via, un leader in panchina confusionario ma logico, dedito più alla causa che alla storia. Se naturalmente sia meglio la destra o il popolo non so ancora dirvi. Ma c’è nel Napoli la stessa fenomenologia di fondo, lo stesso fanatismo sia pure su binari diversi. E il risultato è un ottimo calcio. Il Benfica è una buona squadra, migliore della Dinamo Zagabria, più avversario, più voglioso, reduce di un campionato molto ambizioso (i portoghesi sono campioni d’Europa). Il Napoli non ha impiegato più di 20 minuti per venirne a capo. È diventato un vero giocatore europeo Hamsik, lo è diventato Mertens, ma dentro le singolarità c’è un respiro diverso in tutta la squadra. Così profondo che l’unica perplessità è per quanto lo possa reggere. Se il Napoli resiste è una grande squadra per tutte le nazioni. C’è un’agilità e una velocità di pensiero che da vent’anni non si vedeva in Italia. Ma resta il problema di se e quando avrà meno entusiasmo, meno energia. La Juve vince male a volte, ma vince. Se ci riesce anche il Napoli diventerà la sorpresa in Italia e in Champions.

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