Spalletti: “Pensiamo al Chievo, tutto il resto è noia. Strootman è una macchina”

Luciano Spalletti risponde alle domande dei cronisti presenti nella sala stampa del Fulvio Bernardini nella...

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Luciano Spalletti risponde alle domande dei cronisti presenti nella sala stampa del Fulvio Bernardini nella consueta press conference della vigilia. Quella di domani contro il Chievo Verona sarà per i giallorossi l’ultima gara tra le mura amiche di questa stagione…

“Keita è fermo a causa della caviglia sinistra, si era messo a disposizione per giocare la settimana scorsa anche se non stava bene. Ora, però, dobbiamo tener conto di questa situazione e probabilmente  non sarà a disposizione. Manolas va gestito a causa di una botta al piede che gli causa periodicamente dei fastidi. Rientrano Torosidis, Florenzi, Ucan, Falque ed anche Gyomber è a disposizione. Voglio fare i complimenti a Ranieri che ha compiuto un’impresa di una portata immemorabile. Ha dimostrato di essere uno dei migliori ed è giusto che se la goda. È stata tutta farina del suo sacco, nessuno gli ha regalato nulla.”

Il Chievo se la giocherà o avrà un atteggiamento attendista? Hanno giocatori specialisti in salvezze tranquille, ideali nel lavorare in tranquillità. C’è tutta una storia che parte con Malesani: squadra bellissima sotto il profilo dell’intensità, poi c’è stato l’ottimo 4-4-2 di Delneri ed anche il periodo di Corini è stato bello. Ora con Malesani verranno a giocarsela perché fanno così con tutti. Hanno dimostrato carattere e qualità.

Strootman è un’arma in più per queste ultime 2 partite? Lui è una macchina, è sempre uguale dal primo giorno in cui l’ho avuto a disposizione. Se anche vuoi fare un allenamento meno intenso, lui va alla ricerca del massimo possibile perché ha bisogno di vestire sempre i panni del calciatore che lui vuole essere e dentro se stesso avrà avuto un  segnale che ha lavorato bene, ottiene un merito per il suo impegno. Ad un certo punto gli ho detto che era dentro la Champions e poi gli ho comunicato che non c’era più. Quando si è presentato all’allenamento era sempre lo stesso. Lì ho capito con chi avevo a che fare. Ha giocato una gara importante da campione quale è, considerando che ci sono altri giocatori altrettanto forti in questo reparto. Non voglio sminuire le qualità di qualcun altro dicendo che giocherà. La formazione si fa domani.

Sul ritorno del pubblico delle grandi occasioni? Significa ritrovare un grandissimo amico che precedentemente ti aveva aiutato moltissimo nel tuo modo di stare in vita. Poi per un periodo non ha più potuto farlo e ora che lo ritrovi si può ricominciare alla grande.

Totti titolare? Totti sta incarnando perfettamente la figura che speravo diventasse. In termini di presenza dentro il gruppo, di intensità, di qualità, di lunghezza, di scatti dentro gli allenamenti sta facendo quello che volevo e sono molto soddisfatto del suo rendimento.

Da parte di Dzeko sta mancando ancora qualcosa? Per me conta la squadra. In 17 partite si è fatta una quarantina di gol. Dzeko l’ho fatto giocare poco io e non l’ho fatto sentire “comodo” come gli altri, è colpa mia, ma è stata una scelta dettata da quello che ho visto in allenamento. Valuto in relazione ai numeri, l’obiettivo è vincere le partite. Ha caratteristiche di fisicità che gli altri non hanno e se riusciamo a farle funzionare entro questi numeri è una possibilità in più, ma occorre un lungo periodo come quello che ho citato. Non ho parenti nella squadra, lavoro solo per i risultati della Roma. Ai calciatori va dato il grandissimo merito di aver portato a casa un risultato che era inimmaginabile quando sono arrivato, cioè il terzo posto.

Ha avuto rassicurazioni sulla permanenza dei principali giocatori? Non rispondo. Abbiamo lavorato sempre per l’impossibile alzando così l’asticella sempre di più ed ora che ci siamo creati l’opportunità affinché l’impossibile accada non posso concentrarmi su altre cose. Ho visto atteggiamenti nella partita di Genova che mi hanno fatto capire che tutti sono sintonizzati per dare il massimo. Ora vanno tutti per quella strada che si indicano da soli. La partita di domani conta, tutto il resto è noia.

Paredes, Sanabria ed Iturbe? Sono tutti e tre buoni giocatori, anche perché abbiamo uno specialista di calciatori come Sabatini. È giusto che lui faccia le sue valutazioni, io ho un altro compito: quello di far funzionare la squadra nel suo complesso.

Alla Roma manca più un discorso tecnico o di mentalità rispetto alla Juve? Mentalità è una bella parola, è qualcosa che completa l’aspetto tecnico. Dobbiamo fare qualche passo in più sotto l’aspetto caratteriale. Loro hanno un gran numero di calciatori tutti dello stesso livello e questo è fondamentale, sanno mettere in pratica in un attimo quello che Allegri chiede. Anche Milan, Inter e Napoli sono forti, bisogna quindi trovare la chiave per riuscire a trarre il meglio dai tuoi. Una qualunque di queste squadre può arrivarti davanti. Se sono tutti coinvolti come i nostri, che sono una squadra bellissima in questo momento, può capitare di passare davanti agli altri.

Florenzi è il jolly anche per la prossima stagione? Non so qual è la sua posizione migliore. Da esterno alto ci sa stare, esterno basso pecca un po’ sotto l’aspetto difensivo ma costringe l’avversario a fare cose a cui non è abituato. Il tandem Salah-Florenzi è molto buono. Serve alla squadra perché bisogna di trovare la quadra e Florenzi per quello che sa fare è uno da tenere in considerazione per tre ruoli (esterno basso, alto e centrocampista).

Claudia Demenica

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