Roma-Chievo, Spalletti: “Se non vinco me ne vado. Qui massacrati allenatori che hanno vinto altrove”

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NOTIZIE AS ROMA – Dopo la sconfitta dello Juventus Stadium, per la Roma è tempo di reagire in quest’ultimo turno di campionato del 2016. L’avversario questa volta sarà il Chievo di Maran. Nella consueta conferenza stampa pre match, Spalletti ha risposto alle domande dei cronisti. Queste le dichiarazioni del tecnico toscano:

“Nura e Lobont proseguono la riabilitazione, Florenzi lunedì ha cominciato la corsa lineare, nelle prossime settimane aumenterà i carichi di lavoro e si valuteranno di volta in volta le risposte del ginocchio. Paredes corre in campo ma ogni volta che esce la caviglia gli dà fastidio, oggi si riprova a farlo scendere in campo ma è difficile. Francesco Radja e Daniele (Totti, Nainggolan e De Rossi ndr) da valutare nell’allenamento di oggi, Manolas ha un infortunio muscolare alla coscia destra”

Come ha reagito il gruppo alla sconfitta di Torino?
Fa male, ma va fatta un’analisi obiettiva nello spogliatoio perchè si fanno 3 minuti all’inizio, poi palestra e campo, analisi dal video o solo spogliatoio. Quello dell’analisi si è fatto successivamente e ne è venuto fuori un discorso molto bello. Non dobbiamo buttare via tutto perché c’è stata la sconfitta. Ci sono altre considerazioni da fare che vanno a favore dei ragazzi. Deve rimanere intatta l’autostima in quello che hanno fatto e che devono fare. C’è entusiasmo, voglia di trasferire l’amarezza della sconfitta in voglia di vincere”.

Il Chievo sta viaggiando bene in campionato. Domani cosa si aspetta dalla squadra?
“Mi fa piacere evidenziare il buon lavoro di Maran. È un allenatore da campo di quelli veri. Squadra corta, fuorigioco alto, Floro Flores, Inglese, Meggiorini… insomma, ci sono giocatori forti. La squadra deve essere attenta sulle verticalizzazioni improvvise. In quei 5 minuti in cui non bisogna buttare all’aria tutto ci deve essere l’imposizione di vincere questa partita”.

Il contratto?
“Ripartiamo da ciò che ho detto 20 giorni fa ad un vostro collega che mi sembra l’abbia riportato abbastanza bene, siete voi che avete dato un taglio diverso ma è la stessa cosa che ho detto precedentemente. Ci sto ad avere l’imposizione di vincere perché la squadra è buona e la ricerca deve essere quella però poi ci sono gli inventari: si vede se la squadra segue, se è attenta, se è nelle condizioni di dare il giusto risultato relativamente alla forza. A dicembre si fa l’analisi di questi sei mesi e si va a vedere. Se si vuol mettere l’annata che in confronto alle migliori squadre europee valutando le 36 partite e si hanno 81 punti si vede che siamo nella media se non sopra. È segno che la squadra sta lavorando bene e ci sono i presupposti per andare avanti. A fine anno di rifarà di nuovo l’analisi. Bigogna assolutamente vincere la partita contro il Chievo, che diventa fondamentale. Attualmente a questi ragazzi bisogna fare i complimenti per come si sono comportati, questi lavorano nella maniera corretta. Poi a fine anno bisogna fare l’inventario della situazione, si guarda cosa si è portato a casa, se ci sono presupposti di crescita. Sennò si può dire ‘siccome non vinco nulla fatemi 5 anni di contratto’ ma mi sembra scorretto”.

Mario Rui è pronto per l’esordio? Gerson può essere riproposto come centrocampista?
“Mario Rui non è ancora pronto per poter giocare. Sta lavorando bene, sta ricominciando ad essere il calciatore che conosciamo. Gerson, preso di mira in questi giorni, ha un quindicesimo di responsabilità nella sconfitta di Torino. Lui può giocare nel suo ruolo che secondo gli allenamenti che ho dico che è centrocampista offensivo, sulla fascia (come ha giocato a Torino peraltro senza concedere cross al suo dirimpettaio). Se non avesse preso l’ammonizione e se non fosse cambiato il risultato lo avrei tenuto in campo. Casomai la colpa datela a me, poverino npn citatelo per distruggerlo, è un ragazzo. Ci avevate provato già con Gerson. Lasciatelo stare, date la colpa a me, a me va bene”.

Szczesny ha detto che in partite come quelle di Torino bisogna essere uomini e non ragazzini. Che significa?
“In alcuni momenti abbiamo fatto vedere un volto diverso da quella che è la qualità, il valore della squadra. Sintetizzando potrei dire che siamo stati ragazzini nella partita di Cagliari perché quelli son punti da non perdere. Oppure lo siamo stati nel finale della partita di Bergamo visto quello che avevamo dimostrato nel primo tempo. Secondo me si riferisce a questo, che è un po’ ciò che è venuto fuori nell’analisi di domanica. Non dovevqamo perdere punti a Cagliari e a Bergamo, nè domani sera. Di perdere contro la Juventus in maniera degna ci può stare. Ti sbilanci e rischi anche un po’, la squadra si è comportata bene. Bisogna fare risultati soprattiutto con le squadre inferiori al nostro potenziale”.

È vero che Perotti ed El Shaarawy hanno esprsso perplessità a giocare a destra?
“Sì, si trovano meglio a sinistra. Di solito si fa così più per la palla imbucata per il taglio della punta. Il gioco di Zeman ha insegnato questo, io non sono molto d’accordo però c’è da fare un po’ d’opera di convinzione perché di là non ci hanno mai giocato ma la mia scelta è dipesa dal ruolo che ho e dal fatto che aveo calciatori mezzi e mezzi. Peres non aveva più di un quarto d’ora, Salah non sarebbe durato. C’era bisogno di fisicità per tenere palla addosso e Gerson in questo è bravissimo. Se poi impara a perdere meno palloni perché lì diventa pericoloso può essere uno dei due giocatori davanti alla difesa alla Pizarro”.

Si avvicina il mercato e circolano voci sugli acquisti. Puoi dire di cosa ha bisogno la squadra? Per esempio è a centrocampo che c’è bisogno di fare qualcosa?
“Nel tentare di fare l’inventario come si diceva prima si sentiranno i giocatori. Se c’è qualcuno che è scontento e vuole andare ci si va a metter mano, ci si confronta con i calciatori. Forse un centrocampista se capita giusto lo potremmo fare. Per il resto ci sentiamo abbastanza tranquilli, non faremo scelte strane”.

Non dovremo aspettare il 24 maggio per sapere se Spalletti resterà o no sulla panchina…
“Si valutano a fine anno gli elementi che ci sono per poter andare avanti. Quando sono andato via 10 anni fa avevo il contratto per altri 2 anni, ma in 6 mesi sono arrivato sesto e sono dovuto andare via perché da parte vostra e della società c’era la presa di coscienza che la squadra potesse fare di più. Poi ho chiesto varie volte in giro per l’Europa, ma non v’aveva visto nessuno, nessuno mi sapete dire niente sulla Roma. Allenatori che adesso sono al Barcellona o in Inghilterra e che vincono e che voi avete massacrato dimostrano che le cose cambiano”.

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