Il Podio Gialloblù della Juve Stabia 2015-2016

La stagione delle Vespe, seppur conclusasi con una salvezza a dir poco fondamentale per Società,...

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La stagione delle Vespe, seppur conclusasi con una salvezza a dir poco fondamentale per Società, Città e tifosi, è stata mediocre ed al di sotto delle aspettative. La mediocrità ha “inquinato” anche le prestazioni di quasi tutta la rosa stabiese; non c’è quindi, tra i calciatori gialloblù, chi ha fatto bene in toto e chi, invece, ha fatto sempre e comunque male. Con queste premesse azzardiamo il nostro Podio Gialloblù della stagione 2015-2016 della Juve Stabia.

PODIO

Medaglia d’oro: a Francesco Nicastro, trascinatore della Juve Stabia con gol, assist e giocate deliziose. Il fantasista siciliano, dopo la sua prima stagione in gialloblè in cui aveva fatto solo intravedere il suo talento cristallino, è esploso definitivamente nel campionato appena terminato, risultando il giocatore chiave per la Juve Stabia, solo di passaggio in Lega Pro. La maledizione infortuni ad inizio stagione ha colpito anche Nicastro, che, nonostante i primi due mesi del campionato passati in infermeria, si è poi ripreso alla grande prendendo per mano, anzi per piede, la Juve Stabia. Il bottino di Nicastro conta 11 reti più svariati assist senza i quali difficilmente le Vespe sarebbero volate verso la salvezza. Più ancora che nei gol e degli assist, la crescita di Nicastro si è vista nella maturità, nella leadership e nella abnegazione sempre messa in campo al servizio della squadra. Colui che ha indossato spesso il numero 10 è stato il classico leader silenzioso, che parla solo con i piedi e che gioca in qualsiasi ruolo per la squadra. Sono almeno 5 i ruoli che il siciliano ha imparato a coprire: l’esterno di fascia, preferibilmente quella destra, la seconda punta, il trequartista puro ed anche il “falso nueve”, il centravanti leggero che non dà punti di riferimento agli avversari. Se, come ormai sembra certo, per Nicastro si spalancheranno le porte della Serie B, non possiamo far altro che ringraziarlo, augurandogli il meglio per la sua carriera.

Medaglia d’argento: ad Abou Diop, che con le sue reti ha fatto impennare i risultati della Juve Stabia. La Vespe hanno costruito la salvezza sulle reti della punta senegalese, arrivata a gennaio tra lo scetticismo di troppi, ed invece rivelatasi il terminale offensivo ideale per la squadra gialloblù. L’arrivo di Diop, messo in parte in secondo piano dall’acquisto di Del Sante, ha invece rappresentato la svolta della stagione della Juve Stabia, brava a puntare sulla voglia di rivincita dell’attaccante. Sì, perchè Abou ha messo tutta la rabbia che aveva in corpo e che due anni fa lo aveva portato a calciare quella maledetta bottiglia a Reggio Calabria dopo una sostituzione decisa da Braglia, con suo conseguente totale ostracismo, solo ed esclusivamente in campo, anzi, nell’area di rigore avversaria. Forse Diop non sarà mai un attaccante che partecipa alla manovra della squadra, che “vive” attivamente la partita per tutti i 90 minuti, che aiuta la squadra nel fraseggio, ma fa quello che un attaccante deve fare: gol. Diop aggredisce ogni pallone che passa in area di rigore proprio come una pantera attacca la preda ed il suo senso del gol è rinato con la maglia della Juve Stabia, portandolo a “graffiare” 8 volte nella seconda parte del campionato vissuta in gialloblù. Strappare nuovamente il prestito dell’attaccante al Torino, sarebbe un importante colpo da cui ripartire per la prossima stagione.

Medaglia di bronzo: a Tommaso Cancellotti, giocatore di fascia sempre più affidabile e propositivo. Anche la stagione del calciatore di Gubbio non è partita certo bene, a causa della forte contusione rimediata ad Agrigento e che lo ha costretto ad uno stop di due mesi. Riprendersi il posto da titolare, dopo l’arrivo di un nuovo allenatore che ha puntato su giocatori diversi, non era facile ma Cancellotti appena ha rimesso piede in campo contro la Lupa Castelli Romani, non ha più lasciato la maglia da titolare. Cancellotti è stato molto bravo a sdoppiarsi nel ruolo non solo di terzino ma anche di esterno alto di fascia, consentendo a Zavettieri di trovare soluzioni tattiche nuove ed efficaci. Da terzino di sicuro affidamento, il calciatore umbro è diventato un esterno bravo nell’uno contro uno, preciso nei cross e, nella maggior parte dei casi, fisicamente superiore per stazza e velocità ai diretti avversari. Cancellotti è stato uno dei pochi tra le Vespe a non far mai mancare la determinazione e l’impegno anche nei momenti più difficili, così come, nelle ultime partite della stagione con la salvezza già acquisita; nonostante i tanti compagni già in vacanza, non solo mentalmente, Cancellotti non ha fatto mancare il suo impegno fino all’ultimo minuto del campionato. La sua permanenza alla Juve Stabia, con un rinnovo ormai fatto, non può che essere un’ottima notizia in vista della prossima stagione.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a Guido Gomez, purtroppo la delusione più grande della stagione. Analizziamo il parco attaccanti con cui la Juve Stabia si è presentata ai nastri di partenza nelle ultime due stagioni: Ripa, Di Carmine, Gomez e Nicastro – Ripa, Gomez e Nicastro. La differenza è evidente; a parte la leggerezza della società nel non sostituire un giocatore come Di Carmine, salta all’occhio la voglia che c’era, ad inizio stagione, di puntare forte proprio su Gomez, acquisito a titolo definitivo dal Sassuolo. L’italo argentino non è però mai riuscito a soddisfare le aspettative attese ed in campo è apparso sempre spaesato, demotivato e poco incisivo. Mai abbiamo visto Gomez combattere andando in contrasto con gli avversari, né attaccare con decisione la profondità; l’andatura ciondolante in attesa che i compagni lo innescassero è stato il leitmotiv della stagione della punta. Gli unici due lampi della stagione di Gomez, a Catanzaro e Benevento, non sono per nulla sufficienti a rendere la sua stagione soddisfacente; spetterà ora alla società valutare se puntare ancora sull’attaccante ex Sassuolo o se prendere strade diverse.

Medaglia d’argento: a Francesco Bombagi, deludente in campo e fuori. Il giocatore sardo, dopo l’abbraccio dei tifosi nonostante il suo errore dal dischetto decisivo a Bassano, aveva promesso di dare battaglia in campo per prendersi la rivincita in questa stagione. Peccato però che, fin dal ritiro estivo di Gubbio, le voci sul suo matrimonio col Catania sono state insistenti. Il matrimonio si è poi concretizzato a gennaio, dopo sei mesi, trascorsi più nell’infermeria che sul rettangolo di gioco del Menti, e conditi da poche presenze e da prestazioni a dir poco sottotono. Unica nota positiva della sua stagione proprio il gol vittoria al Catania nel match casalingo di novembre; lo stesso gol per cui, in occasione della sua presentazione al Catania, Bombagi quasi si è scusato, dimostrando di aver subito dimenticato l’anno e mezzo trascorso alla Juve Stabia.

Medaglia di bronzo: a Pietro Arcidiacono, arrivato per seguire il suo maestro Ciullo ma velocemente andato via nel momento di maggiore difficoltà. L’esterno è stato, anzi doveva essere, il colpo a sensazione dell’estate stabiese, il giocatore di fantasia ed estro capace di dare la scossa alla squadra con le sue giocate. Dopo un buon inizio, Biccio ha accusato la “saudade” di Ciullo, nel frattempo esonerato, ed ha cominciato ad essere sempre meno incisivo in campo. Al contrario, però, Arcidiacono è stato super attivo fuori dal campo, flirtando con svariate squadre fino poi ad accasarsi al Foggia nell’ultimo giorno di mercato. La delusione, più che per il calciatore, sostituito alla grande da Lisi a gennaio, è per la persona, che non ha esitato un attimo ad abbandonare la nave, di cui era uno degli ammiragli, nel momento di maggiore tempesta.

Raffaele Izzo

Juve Stabia TV


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