Pagavano 3 euro al mese di affitto, scandalo alla Reggia di Caserta

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Reggia di Caserta

Reggia di Caserta Nel mirino 15 inquilini delle abitazioni di pregio. Secondo la Corte dei Conti, il danno arrecato alle finanze pubbliche ammonta a 1,2 milioni di euro

Canoni di affitto mensili di appena tre euro per vivere in uno dei più prestigiosi musei d’Italia e del mondo, la Reggia di Caserta, dal 1997 inserita nella «World Heritage List» dell’Unesco. La Guardia di Finanza di Caserta, su disposizione della Procura della Corte dei Conti della Campania, ha notificato oggi quattro inviti a dedurre all’ex soprintendente pro-tempore Paola Raffaella David, e a tre dirigenti dell’Agenzia del Demanio della Campania, a cui viene contestato un danno all’Erario quantificato in circa 1,2 milioni di euro.

In alcuni casi, per le abitazioni, particolarmente prestigiose in virtù del contesto in cui si trovano, veniva corrisposto un fitto tra 70 euro e 140 euro ma, considerata l’ampiezza dell’immobile e la location, avrebbero potuto fruttare anche 1150 euro al mese. Dagli accertamenti eseguiti dai finanzieri è anche emerso che gli inquilini fruivano dei parcheggi che si trovano negli spazi interni della Reggia, accedevano e usavano le aree del Parco e, inoltre, i consumi idrici erano totalmente a carico della Soprintendenza.

In esecuzione di un provvedimento di sfratto divenuto esecutivo, oggi, solo un paio di inquilini hanno lasciato gli alloggi, mentre gli altri lo faranno nelle prossime settimane. Spiega l’attuale direttore della Reggia, Mauro Felicori: «Ho concesso un massimo di tre mesi, al termine dei quali, se gli alloggi non verranno liberati interverrà la forza pubblica. Ho mandato questi atti al prefetto e al questore. Stiamo parlando di 11 alloggi».

L’Agenzia del Demanio, in relazione al coinvolgimento di tre suoi dipendenti, ha annunciato, attraverso una nota, «piena collaborazione» con gli inquirenti. L’agenzia, inoltra, condanna «con fermezza qualsiasi comportamento negligente nella gestione del patrimonio pubblico e lesivo dell’interesse dello Stato e dei cittadini».

Le indagini contabili del sostituto procuratore della Corte dei Conti Ferruccio Capaldo, sono iniziati nel 2014, dopo l’accertamento da parte dei carabinieri che nessuno dei 12 inquilini – tutti ex dipendenti ora in pensione o parenti di ex dipendenti deceduti – possedeva il diritto di risiedere in quegli alloggi. Furono inoltrate le lettere di sgombero, impugnate dagli inquilini davanti al Tar. I magistrati però hanno dato ragione alla Sovrintendenza la quale ha avviato la procedura di sfratto oggi esecutiva. Dovrà lasciare gli immobili, tra gli altri, anche l’Associazione Storia Patria, i cui uffici saranno spostati, sempre nel complesso vanvitelliano, ma in un’altra sede. Il Demanio inviò le lettere di sgombero nel 2000 e nel 2005. Nel 2009 gli alloggi e la competenza sono passati dal Demanio alla Sovrintendenza.

Il danno erariale riguarda gli anni dal 2006 al 2011, quelli cioè relativi ai crediti non più esigibili, in quanto prescritti. Per evitare nuovi danni erariali, la Sovrintendenza può esigere i canoni del 2012, dopo averli adeguati al valore di mercato.

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