Festival di Sanremo: nel giorno delle cover, ecco la Grande Insalata Mista

Sanremo. E finalmente alla terza serata si ascoltarono delle belle canzoni: infatti, non sono quelle...

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Sanremo. E finalmente alla terza serata si ascoltarono delle belle canzoni: infatti, non sono quelle del Festival. Si sa: il giovedì, a Sanremo, è il giorno delle «cover», con i concorrenti che interpretano, e talvolta straziano, i classici della canzoniere nazionale. Ecco il racconto di Alberto Mattioli, inviato de La Stampa

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Nel giorno delle cover, ecco la Grande Insalata Mista

E finalmente alla terza serata si ascoltarono delle belle canzoni: infatti, non sono quelle del Festival. Si sa: il giovedì, a Sanremo, è il giorno delle «cover», con i concorrenti che interpretano, e talvolta straziano, i classici della canzoniere nazionale. Per fortuna: finora la musica migliore ascoltata in loco era il Te Deum di Charpentier della sigla all’Eurovisione. Peccato solo che all’Ariston l’intonazione sia per molti sconosciuta, ma Amara terra mia di Modugno cantata da Ermal Meta ha strappato alla sala stampa due applausi a scena e falsetto aperti.

Per il resto, il Sanremone di Conti-De Filippi continua a scorrere impeccabile e implacabile. E anche interminabile: la durata ormai è degna dei Baudo più alluvionali, chissà l’invidia da lassù di quell’altro mago della sintesi di Wagner. L’Abbronzatissimo è di un’efficienza mostruosa: mai un’esitazione, un’incertezza o una papera, e dire che sarebbe l’unico modo di rendere divertenti le scempiaggini degli autori. A questo punto, però, anche «Maria» (sempre solo così, basta la parola) si aggira per il famigerato palco emozionale ed emozionante dell’Ariston come se fosse nel tinello di casa sua, bravissima a spiegare i casi umani e/o edificanti proposti al pubblico. Insomma, Carlo & Maria sono due veri professionisti. Il resto è davvero solo letteratura, e nemmeno della migliore.

Gli ascolti confermano. La seconda serata ha fatto uno share medio del 46,58%, in calo fisiologico rispetto al favoloso 50 e rotti della prima. Successe anche con il Conti I, nel ‘15, non al Conti II dell’anno scorso, che infatti fu considerato l’eccezione che conferma la regola. Fonti Rai fanno notare che mercoledì era l’ultima serata di cinema a 2 euro. Come biasimare allora chi ha scelto la libertà: ci sono più battute buone in cinque minuti di La La Land che in cinque giorni di Sanremo. Sempre a proposito di voci, si continua a parlare di un clamoroso passaggio di Conti da mamma Rai a matrigna Mediaset: lui smentisce, la Tivù di Stato pure, quella di Berlusconi no, chi vivrà vedrà.

Tornando a ieri sera, cover a parte, la formula resta quella, la Grande Insalata Mista. C’è posto per tutti, come nella Dc di una volta (la Rai è costituzionalmente democristiana). Il Coro dell’Antoniano di Bologna, con i 44 gatti regolamentari. L’ostetrica novantaduenne che dal 1945 ha fatto nascere 7.642 bambini, e insiste. L’Orchestra dei Reciclados, che non è la banda dell’Ncd come si potrebbe pensare, ma un complesso paraguayano che suona su strumenti fatti con i rifiuti. Il solito Crozza, stavolta nei panni bianchi di Papa Francesco, che «copre» il Festival sul fronte un po’ sguarnito della risata intelligente e «di sinistra».

Non basta? Beccatevi LP (non è un disco ma una cantautrice americana bravissima), Annabelle Belmondo e Anouchka Delon, rispettivamente nipote e figlia di (non pervenuti eventuali altri meriti), Alessandro Gassman e Marco Giallini per fare un po’ di promozione, Luca e Paolo per fare un po’ ridere, o almeno provarci. Ma la vera ospitata importante è quella di Mika che regala anche un omaggio a George Michael, e qui francamente ci voleva un collegamento con casa Adinolfi per vedere la faccia. Ah, per l’appassionante gara dei «gggiovani», bocciati Tommaso Pini (era quello vestito da Cappellaio Matto di Alice nel paese delle meraviglie) e Valeria Farinacci, promossi Maldestro e Lele. Il non meno appassionante ballottaggio fra i sei sedicenti «big» a rischio eliminazione si è concluso con quelle delle due coppie, Nesli & Alice Paba e Raige & Giulia Luzi. Ce ne faremo una ragione.

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lastampa/Bambini, cori, comici: al Festival di Sanremo c’è posto per tutti ALBERTO MATTIOLI – INVIATO A SANREMO

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