Renzi vince nei circoli Pd

Matteo Renzi incassa la vittoria nei circoli: “Stavolta hanno capito, sono con me”, dice l’ex...

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Matteo Renzi incassa la vittoria nei circoli: “Stavolta hanno capito, sono con me”, dice l’ex premier parlando con i suoi fedelissimi. Renzi è vicino al 69%, Andrea Orlando si avvicina al 25%, Michele Emiliano è tra il 6 e il 7%. Il partito è nelle mani di Renzi, commenta Federico Geremicca.“L’interrogativo è ora se sia ancora lui l’uomo con le maggiori possibilità di portare il Pd alla vittoria contro Grillo e Salvini”.

Renzi e la riconquista del Partito Democratico: “Stavolta hanno capito, sono con me”

Orlando e il rischio flop ai gazebo: Sotto i due milioni un male per tutti

ROMA – «Siamo riusciti a farci capire, comprendere e apprezzare dalla “Ditta”, in posti storicamente difficili come Bologna e Roma». Matteo Renzi coglie il senso politico di quanto successo ieri nella partita tutta interna al Pd e come al suo solito, nelle chiacchiere con i suoi colonnelli, guarda già oltre, ai gazebo del 30 aprile. «Ora dobbiamo riuscire in poco tempo a fare sapere agli italiani come partecipare a questa che è l’unica e vera festa della democrazia». Un’esortazione che svela quanto l’ex premier voglia impegnarsi per la riuscita dell’appuntamento per lui più importante nella logica di legittimazione della sua leadership, ma puntando sul nuovo corso di un gioco di squadra, senza sovraesporsi a senso unico. Del resto, nel giorno in cui per la prima volta può davvero dire di aver conquistato la «Ditta», con iscritti e dirigenti di ogni ordine e grado che lo acclamano come capo del partito, perfino nella Liguria di Orlando e nella Puglia di Emiliano, Renzi passa il tempo a twittare su Equitalia e le tasse tenendosi fuori dalle beghe congressuali. Il nuovo profilo, poche uscite tv, Martina in campo alla pari, continuerà a caratterizzare la sua campagna congressuale, che si chiuderà il 26 aprile con un duello su Sky costruito con luci e palco stile XFactor: una sola uscita che a sentire i suoi strateghi garantirà tre giorni di primo piano su giornali, siti e tv, in modo da costruire una specie di manifesto «per l’invito a votare, perchè la gente non sa ancora delle primarie».

Dalle Alpi alle Piramidi

A urne appena chiuse, i cellulari dei colonnelli renziani impegnati a sminare l’infido terreno del voto tra gli iscritti, sono già bollenti: e diffondono nel quartier generale una musica soave, dove il titolo dello spartito è «la paura di non prendere il 50% dei voti il 30 aprile alle primarie aperte oggi è svanita». Forse, visto che non c’è partita, va esorcizzata quella di primarie del 30 aprile con scarsa partecipazione, anche se a drammatizzare il rischio flop è Andrea Orlando, «sotto i due milioni di votanti sarebbe un problema enorme», avverte. Denunciando pure scarsa partecipazione tra gli iscritti. Ma a infiammare il clima facendo da traino alla partecipazione ci penserà Emiliano, che nelle previsioni «alzerà il tiro e dunque è meglio che sia in campo anche lui», tirano il fiato i renziani. Che nelle loro telefonate si scambiano le note dolenti per gli avversari del loro leader. «Emilia?» «Siamo al 64-65 per cento». «Dai e allora la storiella che i compagni della sinistra votavano Orlando è finita». «Vinciamo pure in Puglia dove stacchiamo Emiliano dieci punti, che perde pure nella Taranto dell’Ilva». «E qui a Roma Orlando prende una botta…E con lui Zingaretti, Bettini, tutti quelli lì». Con i cronisti i big faticano a contenere il trionfalismo: «Il dato è che tra gli iscritti Matteo stravince», esulta Guerini, quasi incredulo per i venti punti in più incassati nella base rispetto all’altra volta, quando Renzi prese il 46%.

Il test nella capitale  

Un risultato conquistato ovunque nelle grandi città. Perfino a Roma, quella che davvero preoccupava il leader Pd: avvertito dalle sue sonde capitoline che la capitale potesse essere espugnata dal Guardasigilli con l’aiuto di tutto il vecchio apparato ostile a Orfini. Eppure anche a Roma vince Renzi col 60%, anche se Orlando esulta per il suo miglior risultato, un 36% tondo, che avrebbe voluto prendere in tutta Italia per poter eguagliare Cuperlo del 2013. E invece Orlando si ritrova a duellare con Bersani e compagni, incolpandoli di aver portato via la sua base elettorale, «Speranza e co. tifano per Renzi». E loro lo accusano di aver attaccato Renzi solo in zona Cesarini.

vivicentro.it/politica
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