Juncker, divorzio non sarà consensuale

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Divorzio – La lettera di separazione “vorrei riceverla subito” – Si dimette il commissario Ue Hill – “Ripetiamo il referendum”, petizione supera 1 milione di firme

Berlino Il divorzio tra l’Ue e la Gran Bretagna “non sarà consensuale”. Lo ha affermato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ribadendo che Londra deve presentare “immediatamente” la richiesta di avvio dei negoziati per uscire dall’Unione.

  • Più di un milione di firme per nuovo referendumPiù di un milione di persone hanno firmato la petizione che chiede un secondo referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Lo riferisce il sito (petition.parliament.ok) degli organizzatori, un gruppo di parlamentari britannici sostenitori del ‘Remain’.

    Secondo la legge il Parlamento dovrà discutere la petizione dopo il superamento delle 100.000 firme, traguardo superato in poche ore. I firmatari chiedono la promulgazione di una nuova legge che prescriva la ripetizione del referendum in caso di un risultato con un margine di vantaggio del ‘Leave’ o del ‘Remain’ inferiore al 60% e che abbia come condizione minima un’affluenza alle urne non inferiore al 75%.

“Non capisco perché il governo britannico abbia bisogno di aspettare fino a ottobre per decidere se inviare o meno la lettera di divorzio a Bruxelles. Vorrei riceverla subito”, ha detto in una intervista alla tv tedesca ARD. Juncker ha ammesso che quella tra Londra e Bruxelles “non è stata una relazione amorosa”, ha riconosciuto che comunque quello della Brexit “non è stato un buon giorno per la Gran Bretagna né per l’Europa”, ma, ha assicurato, “dobbiamo andare avanti”.

  • Steinmeier: nessuno potrà rubarci l’Europa

Berlino – “Non permetteremo a nessuno di rubarci l’Europa”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier prima del vertice con i colleghi dei 6 Paesi fondatori dell’Ue, a cui partecipano il titolare della Farnesina Paolo Gentiloni e i colleghi francese Jean-Marc Ayrault, belga Ddier Reynders, lussemburghese Jean Asselborn e olandese Bert Koenders.
Prima di dare inizio al primo incontro multilaterale dopo il risultato del referendum britannico, il capo della diplomazia tedesca ha esortato a non farsi prendere dall'”isterismo”, ne’ dalla “depressioneo dall’immobilismo” e lavorare per “difendere” e “rinforzare” l’Europa. In particolare, Steinmeier ha elencato i temi prioritari di discussione, come la crisi dei migranti e quella dell’occupazione nel sud dell’Europa
Al suo arrivo, il ministro degli Esteri olandese Bert Koenders ha insistito sulla necessita’ di “nuove forme costruttive e innovatrici di cooperazione”.

Il premier David Cameron ha annunciato le dimissioni: se ne andrà entro ottobre al massimo, quando il Congresso Tory darà un nuovo leader al partito e al governo. Il leader euroscettico Nigel Farage esulta, si augura che la Brexit porti a picco l’intera Ue e proclama l’Independence Day. L’ex sindaco di Londra, Boris Johnson, ha sostenuto lanciato la sua candidatura a Downing Street. Per gli italiani nel Regno Unito, la situazione “non cambia”, ha fatto sapere l’ambasciata a Londra: Cameron ha precisato che non cambierà nell’immediato, almeno per i prossimi due anni.

Bruxelles è sotto choc, “sgomenta e incredula”. E adesso si corre ai ripari: “è una situazione senza precedenti, ma restiamo uniti”, assicurano i vertici istituzionali (Juncker, Schulz, Tusk e il premier olandese presidente di turno Ue, Rutte), al termine di una riunione di buon mattino a Bruxelles: un posto speciale del Regno Unito nell’Ue non sarà piu’ possibile; e Bruxelles chiede anche a Londra di lasciare l’Ue “il prima possibile per non prolungare l’incertezza”. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha scritto una lettera ai dipendenti dell’esecutivo comunitario dopo il referendum che ha decretato l’abbandono del Regno Unito dell’Ue.

La lettera è rivolta soprattutto ai nazionali britannici impiegati nell’istituzione, complessivamente 1.126, pari al 3,8% del totale. “Secondo il regolamento del personale, voi siete ‘ufficiali europei’, avete svestito il cappello nazionale fuori della porta quando siete entrati in questa istituzione, una porta che non si chiuderà adesso”, si legge. “Lavorerò, assieme ai presidenti delle altre istituzioni, per garantire che possiamo continuare a esprimere il vostro talento”. Juncker assicura quindi di “essere pronto a fare tutto quanto nei miei poteri per aiutarvi in questo difficile processo”. Questo vuol dire che “il nostro regolamento del personale verrà letto e applicato con spirito europeo”.

Crollate le borse, tonfo della sterlina. L’agenzia di rating Moody’s ha tagliato da ‘stabile’ a ‘negativo’ l’outlook del debito britannico. Ma gli effetti a catena non si contano: in Scozia, già si parla di un nuovo referendum sull’indipendenza. La premier Nicola Sturgeon, ha detto che l’opzione è “sul tappeto”.

L’Unione Europea e il Regno Unito devono avviare una transizione morbida verso un nuovo regime di relazioni economiche. è l’appello del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. “Esortiamo le autorità di Regno Unito ed Europa a lavorare in maniera cooperativa per assicurare una transizione morbida verso una nuova relazione economica tra Gb e Ue, chiarificando inoltre le procedure e gli obiettivi generali che guideranno il processo”, ha dichiarato Lagarde in una nota, “continueremo a monitorare gli sviluppi da vicino e siamo pronti a sostenere i nostri membri se necessario”. Da parte sua, la Federal Reserve ha annunciato di essere pronta a immettere liquidità per compensare le pressioni che potrebbero arrivare sui mercati globali. “La Fed – si legge in una nota- è pronta a fornire liquidità in dollari alle altre banche centrali per far fronte, se necessario, alle pressioni sui mercati globali che potrebbero avere implicazioni negative per l’economia americana”.

(AGI)

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