Roma, l’Italia e il Trasporto Pubblico, quell’oscuro mondo (Mp3)

Da quando a Roma c’è un’Amministrazione del M5S, guarda caso, tutti si sono accorti che...

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Da quando a Roma c’è un’Amministrazione del M5S, guarda caso, tutti si sono accorti che il trasporto pubblico sarebbe un cosiddetto “pozzo senza fondo”, omettendo però di dire che lo è da decenni, da quando e a tutt’oggi, ai Governi nazionali e regionali, nonché negli Enti, Partecipate e Comuni, ci sono sempre stati i politici di sinistra, destra e centro, che hanno eticamente inquinato e si sono ingozzati di tutto e di più, insieme ai rispettivi codazzi elettorali, sindacali, clientelari, giuridici e professionali.
E ad esempio a Roma, da quando poco più di un anno è sindaca la dott. Raggi (che è un avvocato) e nota esponente del M5S, coincidenza vuole che improvvisamente i media scoprono che i pullman pubblici addirittura prendono fuoco e da soli (si era arrivato in ultimo al 17simo), come pure si capisce (era ora) che i dipendenti fanno il doppio lavoro o anche che la società comunale ha un debito di circa un miliardo e trecentocinquanta milioni di euro.
Insomma d’un tratto (e finalmente) si evidenzia la realtà disastrosa, anomala e illecita (legalizzata) del trasporto pubblico locale, senza però chiedersi, almeno con un minimo di onestà intellettuale, ma cosa si guardava negli anni precedenti ?
Il trasporto pubblico di persone, in generale (in Italia, a Roma come in Sicilia) è un trasversale sistema clientelare, politico, sindacale, burocratico, familista, nepotista e cortigiano, che gode pure della compiacenza distrettuale e nazionale di certa Giurisprudenza ed Avvocatura (deontologicamente ipocrite) che forzosamente e per sentenze, eludono e insabbiano oppure si ritorcono per sentenza, anche trasversalmente, contro chi civilmente cerca di non farsi assoggettare.
I trasporti pubblici, soprattutto quelli comunali e regionali, sono stati notoriamente negli anni luoghi di collocamento anche per certe famiglie e segreterie di partiti, nonché bacini d’incarichi per allineati professionisti senza alcuna morale (specialmente certi studi legali da corridoio di Tribunali). Ma pure imboscamento per certi fannulloni e raccomandati che se ne stanno altrove o a fare anche il doppio lavoro spesso nell’analogo settore, ecc.
È stato risaputamente pure un luogo di cannibalizzazione di autobus per venderseli a pezzi, dai motori ai pneumatici, oppure danneggiamento di veicoli per innescare l’acquisto di autobus nuovi, come anche provocare interventi di manutenzione per conoscenti, amici e compari, ma anche centri di scambio di voto, concubinato, ecc.
Come anche ambienti ultra retribuiti per manager, dirigenti, direttori, consulenti, esperti, distaccati e lavoratori in generale con pure inventati straordinari e trasferte, oppure per starsene in malattia o escogitare infortuni e patologie di ogni tipo con la compiacenza anche di tanti remunerati medici e consulenti del lavoro.
Ci sono persino elementi collegati al mondo del lavoro-sindacale-delinquenziale che quando un pullman esce dal lavaggio salgono a bordo, mentre tutti non saprebbero e non vedrebbero, per sporcarlo. Oppure si recano nelle officine interne ed esterne per dettare condizioni di mala manutenzione.
Un luogo dove chi vuole vederci chiaro, come minimo rischia di avere bruciata l’autovettura o anche di ritrovarsi sempre sotto procedimenti penali e civili innanzi a Giudici mentalmente avversi in quanto concettualmente compiacenti del sistema, o ancora di subire intimidazioni, porte chiuse, il criminale sotto casa, minacce e ritorsioni “assoggettanti” anche giudiziarie, verso i familiari.
Questa è in massima parte la realtà del trasporto pubblico locale, come d’altronde quasi tutto ciò che in Italia è pubblico-politico e almeno, fino a che l’incancrenito generale sistema politico-pubblico italiano potrà, per imperiose leggi, sentenze e regolamentazioni, ingozzarsi e distribuire favoritismo ai propri seguiti, derubando forzosamente con l’estorsione fiscale i cittadini produttivi, lavoratori, operosi e privati, nonché facendo anche debito pubblico.
Fino a quando infatti non si chiuderanno tutti i notori “pozzi senza fondo” pubblico-politici, tutto il resto in Italia sarà solo endemica propaganda e culturale retorica, con tutte le conseguenze pure gravi e anche a venire e purtroppo forse peggiori.
Adduso Sebastiano

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