Mattarella: ” per dialogare con il Cremlino serve coesione ”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sostiene che “per dialogare con il Cremlino serve coesione”. La...

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sostiene che “per dialogare con il Cremlino serve coesione”. La dichiarazione fa seguito all’annuncio che nel 2018 un contingente di soldati italiani sarà nei Paesi baltici al confine europeo con la Russia. Ad annunciarlo è stato il segretario della Nato Jens Stoltenberg che in un’intervista con Marco Zatterin affronta il tema delle relazioni con Mosca: “Siamo in un territorio mai visto prima d’ora” racconta. “L’Alleanza non serve a provocare una guerra ma a prevenirla”.

Mattarella: “Serve coesione per dialogare con il Cremlino”

In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, quanto accade dentro e al di sopra degli Stati si riverbera su tutti.

A partire dal terrorismo fino alla grande sfida di migrazioni di massa epocali. Il Vertice di Varsavia del luglio scorso ha confermato che la Nato del ventunesimo secolo è aperta e pronta a sviluppare nuove sinergie: dall’approfondimento delle relazioni con gli Stati partner a quello con altre organizzazioni sovrannazionali e internazionali.

L’Italia crede fermamente nelle potenzialità di questa cooperazione e nel loro ulteriore sviluppo, soprattutto in una fase in cui l’Unione Europea sta attraversando un assestamento inevitabile a seguito degli esiti del referendum britannico. Londra rimane – nella nostra visione – un partner centrale nell’ambito dell’Occidente, un alleato imprescindibile. Ci auguriamo davvero che il popolo britannico intenda proseguire sulla strada della collaborazione.

È su queste basi che l’Italia vive la sua appartenenza alla famiglia atlantica, alla quale non ha mai fatto mancare il proprio contributo in termini di visione, prima ancora che in uomini e mezzi. È infatti in questi valori che ancora oggi, a distanza di quasi settanta anni, ci riconosciamo. Quei valori che ci portano oggi a considerare positivamente le richieste di rassicurazione da parte dei nostri Alleati dell’Est europeo ma anche a garantire una continuità alla nostra partecipazione alle missioni in Afghanistan e in Kosovo.

Sul piano strategico è vivo il dibattito sulla minaccia proveniente da Est. Non è mancato chi ha assimilato le frizioni dell’ultimo periodo a un ritorno alla «guerra fredda». Ma nessuno può riportare indietro la storia. Né, tantomeno, appare sensato riproporre il ripristino di una barriera che rievoca fatalmente quella cortina di ferro che umiliò le aspirazioni di libertà di interi popoli e per smantellare la quale fu necessaria la determinazione del mondo atlantico e il lungo percorso messo in campo con la Conferenza di Helsinki.

E’ indispensabile che si ponga fine all’irragionevole momento di tensione, la cui pericolosità vivono, quotidianamente, i nostri militari. Le esibizioni di forza, il continuo saggiare le forze, sono solo l’avvio di escalation per smontare le quali occorrono poi anni di ripristino di reciproca fiducia. Va affermata con priorità, naturalmente, la regola del ristabilimento della legalità internazionale. La via del dialogo rimane centrale. La convocazione del Consiglio Nato-Russia ha rappresentato un passo nella giusta direzione e ci auguriamo che tale filo non venga spezzato, auspicando che la Russia voglia seriamente collaborare in questa direzione. Ma – desidero ribadirlo – presupposto del dialogo sono la compattezza e la solidità dell’Alleanza e per questo l’Italia ha risposto nei fatti all’appello degli Alleati nordici e non ha mai fatto mancare loro la propria concreta vicinanza.

Identica coerenza e responsabilità occorre avere, naturalmente, nell’affrontare le tensioni presenti nello scacchiere cui guarda il Mediterraneo, per le numerose situazioni di instabilità che si stendono su di un arco che va dall’Iraq e dalla Siria e, passando dalla Libia, giunge sino al Sahel. Abbiamo accolto con rinnovato ottimismo la decisione presa a Varsavia di reindirizzare l’operazione «Active Endeavour» presente nel Mediterraneo, verso un’operazione denominata «Sea Guardian». Confidiamo che questa entri in azione senza ritardi, in sinergia con l’operazione «Sophia» e coordinamento con le iniziative che assumerà la Guardia Costiera e di Frontiera «Frontex», della Unione Europea. L’Italia sopporta praticamente da sola il peso della rotta mediterranea.

Estratti del discorso del Presidente della Repubblica al Nato Defense College

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