Che aMahrez

Consapevole che esistono problemi più seri, in queste ore penso spesso ai bambini di Leicester...

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Consapevole che esistono problemi più seri, in queste ore penso spesso ai bambini di Leicester a cui la vita ha ammazzato il primo sogno. A quell’età le favole si ascoltano. Loro ne hanno già vissuta una, incubo compreso. Avevano appena finito di appendere alle pareti i poster di Vardy e Mahrez, i cavalieri che fecero l’impresa di conquistare la vittoria più improbabile del mondo. Sennonché i cavalieri si sono rivelati dei comuni mercenari e hanno tradito i bambini che avevano creduto in loro per andare a divertire quelli di squadre più titolate. I quali, abituati al benessere, li ameranno molto meno. Mi rifiuto di comprendere le ragioni per cui un calciatore che si trova scaraventato dentro un’epopea decida di sottrarsene brutalmente per un pugno di sterline. Quanto potrà mai dare l’Arsenal al funambolico algerino Mahrez e al bomber Vardy, uno che ancora ieri giocava con il braccialetto elettronico dei prigionieri in libertà vigilata e adesso si ritrova eternato a Leicester nel nome di una strada? Ammettiamo pure il doppio. Significa che invece di tre ville con piscina potranno comprarsene sei. Ma cosa se ne fa un essere umano di sei ville, quando nemmeno un castello potrebbe regalargli l’emozione di entrare in campo con la maglia del Leicester nella prima partita di Champions, specchiandosi nello sguardo rapito dei suoi piccoli tifosi? Giocare quella partita con la maglia dell’Arsenal non sarà mai la stessa cosa.

Se avessi accanto uno dei bambini che adesso piangono e li rimpiangono, gli direi quello che tanti anni fa qualcuno disse a me: non chiedere perdono ai tuoi sogni. Ma d’ora in avanti non delegarli più.

vivicentro.it/opinione –  lastampa/Che aMahrez MASSIMO GRAMELLINI

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