Mattarella rilancia l’Europa. ”È la politica, non le banche” – UGO MAGRI

Nella lectio degasperiana, tenuta a Pieve Tesino, il presidente della Repubblica Mattarella nega che l’Ue...

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Nella lectio degasperiana, tenuta a Pieve Tesino, il presidente della Repubblica Mattarella nega che l’Ue possa esistere “sprovvista delle sue autentiche ambizioni”: «Non sono le banche o le transazioni commerciali che hanno determinato l’Unione, ma uomini politici e parlamenti lungimiranti».

Ce ne da testimonianza e nota Ugo Magri nell’articolo di oggi su la Stampa:

Mattarella rilancia l’Europa “È la politica, non le banche” UGO MAGRI – INVIATO A PIEVE TESINO (TN)

Il presidente: no a patti fra governi. Renzi e Ventotene: puntare sui giovani

La democrazia «è di tutti», tutte le opinioni vi hanno eguale cittadinanza, per cui i grandi cambiamenti richiedono tempo e tanta applicazione. «Bisogna attendere alle cose con tenacia e vigilanza, con la coscienza che debbono sempre maturarsi»: cita Alcide De Gasperi, il presidente della Repubblica, ma si capisce che pure lui la pensa così. Più volte, nella «lectio» sullo statista trentino tenuta nel paese natale, Sergio Mattarella insiste che i processi politici richiedono perseveranza. Il mondo non procede a strappi e la pazienza rappresenta la principale virtù democratica. A chi non sa aspettare, a quanti vogliono correre troppo in fretta o procedere a spallate, il Capo dello Stato ricorda le parole del drammaturgo e statista ceco, Vàclav Havel: «Il metodo democratico non è una griglia di parole crociate in cui vi è una sola soluzione corretta, ma qualche cosa di più complesso». Un invito all’equilibrio alla vigilia di appuntamenti politici delicati.

Un nuovo patriottismo  

Per i più giovani: Alcide De Gasperi fu uno dei padri della nostra Repubblica. Un vero patriota, ma con una «diversa idea di Patria». Non quella tronfia e bellicosa del fascismo, ma un patriottismo «sobrio, autentico e sentito». De Gasperi «aveva innato il senso di tempi dei processi di cambiamento», insiste il Presidente che svela un piccolo inedito: a un vicesegretario Dc (non lo dice, ma quasi certamente fu suo papà Bernardo) De Gasperi confidò alla vigilia del referendum tra monarchia e repubblica: perfino nel nostro partito «non si vuole comprendere che bisogna preparare la svolta senza che il carro si rovesci». Scegliere il momento giusto, in politica, è tutto. Idem adattarsi alle complessità. Per esempio, la democrazia non è sempre e per forza bipolarista, uno scontro muscolare tra destra e sinistra (come ci hanno raccontato per anni). De Gasperi «manifestava una visione “trialistica” della situazione italiana, con un centro democratico opposto a una sinistra e a una destra considerate anti-istituzionali». La realtà supera gli schemi, semplificare non sempre aiuta.

A proposito di De Gasperi e dell’Europa, Mattarella nega che l’Ue possa esistere «sprovvista delle sue autentiche ambizioni. Non sono le banche o le transazioni commerciali che hanno determinato l’Unione, ma uomini politici e parlamenti lungimiranti. Non sono le crisi che potranno distruggerla, ma solo la nostra miopia nel non riconoscere il bene comune». Bacchetta quanti pensano che tutto si possa risolvere con un bell’accordo tra governi.

Verso Ventotene  

Specie dopo quanto è accaduto con Brexit, «il metodo intergovernativo nelle decisioni non può surrogare il valore democratico delle istituzioni europee», sostiene il presidente, cui certo non è sfuggita un’intervista recente del tedesco Schaeuble, dove si sosteneva l’esatto contrario. Siamo alla vigilia di importanti appuntamenti e nessuno, nemmeno la Germania, può comportarsi da asso pigliatutto: serve condivisione. Lunedì prossimo a Ventotene è convocato un summit tra Renzi, Hollande e Merkel per discutere di economia, di crescita, di sicurezza, di migranti, di Brexit, e lì gettare le basi di una più stretta integrazione. Non si prevedono dichiarazioni finali, nessun nuovo «Manifesto» richiamerà quello europeista del 1944, ma il nostro premier considera egualmente l’appuntamento di Ventotene un’occasione da non perdere per gettare le basi dell’Europa futura: un’Europa dei giovani e per i giovani, è la speranza che filtra da Palazzo Chigi.

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