Volti e storie di alcune vittime del terremoto

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Abbiamo ricostruito le storie di molte di queste vite sepolte dalle macerie perché descrivono il nostro Paese. Ad Amatrice c’è un posto che riassume il dramma: il “giardino dei senza nome”. Qui i parenti delle vittime vengono per tentare di riconoscere i propri cari. Un obitorio a cielo aperto dove decine di morti ancora non hanno un’identità. Il rischio è che non ci siano più neanche i loro parenti. Secondo i soccorritori in molti potrebbero restare senza un nome.  L’ultimo bilancio parla di oltre 250 vite spezzate. Persone di tutte le età, spesso nonni e bambini accomunati da un tragico destino.

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Il bilancio delle vittime del terremoto che ha ferito l’Italia è ancora provvisorio. I soccorritori cercano di aprirsi una strada per individuare sopravvissuti. Ma la speranza si affievolisce con il passare del tempo. «Da diverse ore troviamo solo cadaveri», dice un ragazzo della protezione civile esausto a Pescara del Tronto. «Qui è peggio dell’Aquila», sussurra un altro volontario attonito. È un reduce del sisma che ha devastato il capoluogo abruzzese.

La Spoon River del sisma comprende intere famiglie, figli, genitori, fratelli. Tanti i bambini che non ce l’hanno fatta. Tra i morti c’è un marchigiano di 42 anni, Alessandro Neroni, che lavorava nella parruccheria di via Castelfidardo a Civitanova Marche: è morto ad Amatrice sotto le macerie dell’abitazione dei genitori, ai quali era andato a fare visita.

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Anche Tiziana Lo Presti, 60 anni, funzionario romano del Dipartimento nazionale non ce l’ha fatta. Era esperta di terremoti, aveva speso una vita intera nella Protezione Civile a pianificare le strategie per risolvere le emergenze e ad aiutare gli altri, ma con Tiziana il destino è stato davvero beffardo. La morte l’ha sorpresa nella casa materna di Salette, una frazione di Amatrice dove si trovava per portare aiuto proprio all’anziana madre, in questi giorni ricoverata nell’ospedale del paese

Tra le vittime c’è anche l’assistente capo della Polizia Stradale, in servizio ad Aprilia, Ezio Tulli, di 42 anni. Tulli, spiega una nota della Polizia, ha perso la vita insieme ai suoi due figli, di 14 e 12 anni, nel terremoto ad Amatrice, dove erano in vacanza assieme alla moglie, rimasta illesa.

A rimanere sotto le macerie di un’abitazione familiare è stato il maresciallo dei carabinieri Giampaolo Pace, 43 anni, originario della frazione aquilana di Paolmbaia di Sassa. Il sottuficiale è deceduto in località San Giovanni di Accumuli (Rieti). Il suo corpo senza vita è stato trovato dai colleghi dell’Aquila dove viveva e lavorava da alcuni anni, dopo aver prestato servizio anche a Pescara, città nella quale si era fatto molto apprezzare per le sue doti professionali e umane. Nel momento della devastazione era solo in casa.

Straziante ed assurda la morte della piccola Marisol Piermarini, figlia di una giovane, sempre aquilana, scampata al sisma del 2009. È stata uccisa ad appena 18 mesi dal terremoto ad Arquata del Tronto. Dormiva nel suo lettino. La mamma, Martina Turco, aveva deciso di abbandonare L’Aquila dopo il sisma del 6 aprile 2009 trasferendosi nell’ascolano con il compagno Massimiliano.

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Arianna Masciarelli, 15 anni, è morta nel crollo della casa dei nonni, colta nel sonno dalla scossa di terremoto che ha devastato alcune zone delle Marche e del Lazio. Era a Pescara del tronto a trascorrere un po’ di tempo con il papà e i nonni prima di riprendere la scuola. Frequentava il liceo artistico di Pomezia, in provincia di Roma, dove abitava.

Elisa Cafini aveva quattordici anni. Originaria di Pomezia, era in vacanza a Pescara del Tronto dalla nonna, insieme al cugino di otto anni. Entrambi sono morti sotto le macerie.

Era di Pomezia anche Andrea Cossu, 47 anni. Amante di cani (aveva due cocker), è morto morte a Pescara del Tronto nell’abitazione che gli avevano lasciato i genitori. La moglie si è salvata per miracolo.

La spagnola Ana Huete, rimasta uccisa nel terremoto, aveva 26 anni e si era da poco sposata con un italiano. La coppia, che gestiva una pizzeria a Granada, si trovava in vacanza ad Illica, uno dei centri più colpiti dal sisma. È stato il marito italiano di Ana, Christian, a dare la tragica notizia ai genitori che sono già arrivati in Italia.

Il terremoto ha diviso per sempre anche due giovani fidanzati, entrambi 21enni, il cui amore era sbocciato a L’Aquila grazie alla passione per la musica. Si trovavano in casa di lei, ad Amatrice, crollata in pochi attimi, e per Anna Grossi, flautista diplomata al Liceo musicale dell’Aquila nell’anno scolastico 2014-2015, non c’è stato nulla da fare. Il fidanzato, Claudio Leonetti, che studiava al conservatorio “Casella dell’Aquila”, è stato investito dal crollo ma i soccorritori lo hanno recuperato vivo anche se ferito in modo grave.

Dolore anche a Villa Lempa, frazione di Civitella del Tronto (Teramo) per lamorte del padre del parroco Don Stefano Iacono. Il genitore del religioso, che viveva a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), per lo spavento della scossa ha avuto un infarto ed è morto.

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Aveva da poco festeggiato 44 anni. Nadia Magnanti era ad Amatrice, paese della famiglia della madre, insieme al marito e al figlio di 11 anni ad Amatrice, paese originario della famiglia della madre. È morta sotto le macerie insieme al figlio, si è invece salvato il marito.

Pierina, 52 anni, era arrivata a Pescara del Tronto da Milano, per trascorrere le vacanze di agosto nella casa di famiglia. Ma una volta arrivata si era accorta di non avere le chiavi per entrare: per questo aveva deciso di farsi aiutare a entrare comunque dalla finestra. Una decisione fatale, perché il terremoto l’ha colta, insieme alla figlia 16enne, proprio all’interno dell’abitazione: per entrambe, purtroppo, non c’è stato nulla da fare.

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