Francia, proteste contro la riforma del lavoro: la polizia sgombera raffinerie occupate GIOVANNI GAGLIARDI

Intervento della polizia a Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia. Le forze dell’ordine: “Dai manifestanti molta resistenza”....

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Intervento della polizia a Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia. Le forze dell’ordine: “Dai manifestanti molta resistenza”. I sindacalisti del Cgt: hanno sparato proiettili di gomma e causato vari feriti. Proteste e rallentamenti del traffico in molte zone del Paese

In Francia, nuova giornata di cioperi e manifestazioni contro la riforma del lavoro, il Jobs Act francese, del governo del presidente, Francois Hollande. Intervento della polizia questa mattina all’alba per sgomberare gli accessi alla raffineria Esso e al deposito di carburante di Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia, nel sud, bloccati da ieri da militanti del Cgt, il sindacato francese più duro a sinistra, che si oppongono alla riforma. L’intervento era stato annunciato ieri dal primo ministro, Manuel Valls, che aveva accusato di “ricatto” i sindacati che provocano penuria di carburante cercando di bloccare il Paese. E sin dalle prime prime della mattina, camionisti rallentano la circolazione e bloccano porti, raffinerie e altri centri industriali.

A Fos-sur-Mer, le forze dell’ordine hanno impiegato due ore per riuscire a entrare nelle strutture che hanno opposto “molta resistenza” secondo un portavoce della polizia. “Ci hanno sparato con proiettili di gomma – ha detto il rappresentante Cgt Olivier Mateu – hanno usato gli idranti, senza nessun avvertimento”, ha denunciato il sindacalista che ha anche annunciato “sempre più scioperi e nuove azioni”. Il sindacato, in un comunicato diffuso in mattinata, parla di diversi feriti tra i manifestanti e sostiene che tutte le otto raffinerie sul territorio francese sono in sciopero oggi, nonostante l’operazione condotta dalla polizia a Fos-sur-Mer.

La nuova serie di proteste è stata convocata da quattro sindacati e tre organizzazioni studentesche; e continuerà fino a giovedì, con scioperi nel trasporto ferroviario e dei controllori di volo. Stamane, il centro di informazione stradale registrava diversi rallentamenti nella circolazione, provocati dai camion, in punti strategici della rete viaria, bloccati anche alcuni accessi al porto di Saint Nazaire, e l’entrata alle raffinerie di Donges, che sono nelle vicinanze. A Le Havre, la chiusura di molte strade da parte dei camionisti, secondo i quali la riforma diminuirà la retribuzione delle loro ore di straordinario, si somma alla mobilitazione dei magazzinieri del porto. A Burdeos, fin dall’alba, ci sono state azioni di protesta nel mercato all’ingrosso di Cestas e nel complesso petrolifero di Perguilhem. I camionisti protestano perché sostengono che la riforma diminuirà la retribuzione delle loro ore di straordinario.

Ieri circa 1.500 Stazioni di servizio su 12mila in Francia hanno chiuso o hanno esaurito i carburanti, ha dichiarato il ministro dei Trasporti Slain Vidalies. L’unione francese delle industrie petrolifere ha voluto tuttavia rassicurare i consumatori sottolineando che “non c’è mancanza” di carburante ma soltanto “una situazione di tensione”.

Delle cinque raffinerie di Total, in due si registrano ancora rallentamenti per la “chiusura di due unità”. A Feyzin (Rhône), la produzione è completamente ferma, ha aggiunto la compagnia francese. E dal nord, attorno a Le Havre, arrivano infatti nuove notizie di sbarramenti dei manifestanti questa mattina.

Con il braccio di ferro governo-sindacati il rischio di penuria di carburante aumenta. “Lo Stato sta dando prova di grande determinazione – ha rilanciato il primo ministro, Manuel Valls – tutti i siti saranno sbloccati. L’idea di uno scontro frontale è vecchia, antica, da conservatori. E’ insopportabile vedere le cose in questo modo – ha aggiunto con riferimento alla CGT – continueremo ad evacuare i siti e i depositi bloccati da questa organizzazione”.

La Cgt ha nuovamente protestato “con indignazione” per il modo in cui afferma essersi svolta l’operazione di polizia questa mattina – “scene di guerra”, “nessun avvertimento”, dicono i militanti – mentre il segretario Philippe Martinez, ha accusato il governo di fare “un gioco pericoloso”

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