L’intelligence americana: “La Corea del Nord ha una mini testata nucleare”

L’intelligence americana non ha dubbi: Pyongyang è riuscita a produrre con successo una testata nucleare miniaturizzata....

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L’intelligence americana non ha dubbi: Pyongyang è riuscita a produrre con successo una testata nucleare miniaturizzata. Secondo gli 007, il leader nordcoreano Kim Jong-un dispone ormai di un arsenale che potrebbe contare fino a sessanta ordigni. Il presidente americano Trump minaccia: “La nostra risposta sarà fuoco e furia”.

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L’allarme degli 007 Usa: la Nord Corea ha sviluppato una mini-testata nucleare

NEW YORK – La Corea del Nord è riuscita a costruire bombe atomiche da montare sui missili intercontinentali, che possono colpire gli Stati Uniti e i loro alleati nella regione. Lo sostiene un rapporto dell’intelligence americana del 28 luglio scorso, che il giornale Washington Post è riuscito a leggere. Uno sviluppo molto allarmante che accelera la crisi nucleare tra Pyongyang e gli Stati Uniti, e apre la porta ad un possibile scontro militare, se la pressione internazionale non convincerà il leader Kim Jong un a cambiare linea. Immediata la replica del presidente Donald Trump: «Se la Corea del Nord continuerà con l’escalation della minaccia nucleare la risposta americana sarà fuoco e fiamme, come il mondo non ha mai visto». E secondo i media internazionali – che citano fonti militari di Pyongyang – la Corea del Nord starebbe già «considerando» un piano per colpire il territorio Usa di Guam, isola nell’Oceano Pacifico.

L’analisi del 28 luglio è stata compilata dalla Defence Intelligence Agency, ma è condivisa dalle altre agenzie americane. Secondo questo studio, la Corea del Nord ha realizzato le testate minaturizzate, che servono per armare i missili di lunga gittata. In origine, gli esperti del settore avevano calcolato che Pyongyang avrebbe avuto bisogno ancora di diversi anni per varcare questa soglia, indispensabile per rappresentare una vera minaccia diretta alla sicurezza degli Usa.

L’accelerazione però è avvenuta su diversi fronti. Il mese scorso il regime di Kim Jong un è riuscito a condurre il primo test di un missile intercontinentale, che avrebbe la gittata per raggiungere le coste americane. Il vettore si è incendiato mentre rientrava verso la Terra, e questo significa che al momento non sarebbe in grado di colpire un obiettivo con una atomica, perché la bomba esploderebbe in volo prima di arrivare sul suolo. Gli analisti però ritengono che gli scienziati nordcoreani dovrebbero essere in grado di superare questo ostacolo entro la fine dell’anno, o comunque nei prossimi mesi.

Nel frattempo, Pyongyang ha accelerato anche la realizzazione dell’ordigno che potrebbe montare su questi missili. Il regime di Kim Jong un ha condotto cinque test nucleari dal 2006 ad oggi, l’ultimo il 9 settembre dell’anno scorso. Quella era stata una detonazione da 20 o 30 kilotoni, due volte più forte di quella di Hiroshima nel 1945. In totale, la Corea del Nord avrebbe a questo punto circa 60 bombe atomiche, ma si stimava che nessuna fosse adatta ad essere montata sui missili intercontinentali. Questo giudizio però era sbagliato, secondo le agenzie di intelligence americane. Ora Pyongyang avrebbe costruito gli ordigni miniaturizzati, e sarebbe solo questione di tempo prima che riesca a montarli su vettori capaci di colpire Seul, il Giappone, e anche gli Stati Uniti.

Alcuni scienziati, come il direttore emerito del Los Alamos National Laboratory Siegfried Hecker, ritengono che le stime sono sbagliate, esagerano la minaccia, e creano il rischio di una guerra nucleare accidentale. L’allarme dell’intelligence, però, mette il presidente Trump in una condizione molto difficile, perché lui ha detto di considerare «intollerabile» l’ipotesi che Kim Jong un possieda armi atomiche capaci di minacciare gli Stati Uniti.

Nei giorni scorsi il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato nuove sanzioni economiche contro la Corea del Nord, e la stessa Cina ha cominciato ad alzare la voce per convincere il vicino alleato a fermare la sua corsa al riarmo. Gli effetti di questa pressione, però, ancora non si vedono. Anzi, Kim sembra incoraggiato dagli ultimi test, e forse anche per questo sta assumendo un atteggiamento ancora più sfrontato di sfida. Il consigliere per la sicurezza nazionale americano McMaster ha detto l’altro ieri di sperare ancora in una soluzione diplomatica, ma ha aggiunto che il Pentagono sta preparando le opzioni militari da offrire a Trump per neutralizzare la minaccia.

vivicentro.it/cronaca
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lastampa/Kim minaccia gli Usa: piano per colpire la loro base a Guam. Trump: risponderemo con furia PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A NEW YORK

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