Robigalia: il 25 Aprile degli antichi romani

Mentre nell’Italia di oggi, il 25 Aprile, si festeggia la liberazione dei partigiani dai nazifascisti,...

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Mentre nell’Italia di oggi, il 25 Aprile, si festeggia la liberazione dei partigiani dai nazifascisti, nell’antica Roma si festeggiavano i Robigalia. Feste che avvenivano quando il grano iniziava a crescere.

Le festività romana prendeva il nome dal dio Robigus, nei quale si prevedevano sacrifici per proteggere il campo di grano dal fungo che attaccava le spighe.

Nell’antico rituale, chiamato “Ruggine del Grano”, il Flamen Quirinalis (Flamine quirinale: sacerdote, flamine, dell’antica Roma preposto al culto di Quirino che celebrava oltre ad altri riti anche quello dei Robigalia), si recava in un bosco sacro dove offriva al dio Robigus libagioni e sacrifici.  Il sommo sacerdote era seguito da una processione di persone interamente ammantate di bianco.

Tra i sacrifici l’animale che desta stupore per l’uomo moderno è il cane, ma all’epoca greca e romana era una vittima presente in molti riti magici e privati. Oltre ai cani, venivano sacrificati dei montoni.

La tradizione vuole come fautore di queste festività il secondo re di Roma, Numa Pompilio, nell’undicesimo anno del suo regno. Il legame dei Robigali con il re, con il sommo sacerdote del Quirino (dio romano delle curie, cioè le varie tribù che formavano la società romana, il cui nome è legato al dio Sabino Quiris) fa pensare un’origine sabina di queste festività.

Dubbi innumerevoli vi sono per il dio Robigus che rappresentava in realtà la personificazione della malattia che intaccava i chicchi di grano.

Durante l’epoca imperiale, la divinità è stata percepita da alcuni autori (come: Ovidio e Columella e in epoca cristiana da Tertulliano, Lattanzio e Agostino) come una divinità femminile. Questo portò un cambiamento nei sacrifici: cagne e pecore di due anni al posto di cani e montoni.

Il nome Robigo, Robigine, cambiò probabilmente perché Robigo in latino è femminile ed indica la ruggine.

In questa festività il colore principale era il rosso; era infatti il colore della ruggine e del fungo che attacca il grano. Inoltre i cuccioli sacrificati dovevano avere un manto rosso per essere considerati idonei per l’offerta alla divinità.

Oltre al rituale religioso avvenivano diversi giochi tra cui: gare con bighe e quadrighe.

In epoca cristiana tale festa fu sostituita dalle Rogazioni, il periodo di penitenza e preghiera per la buona riuscita delle coltivazioni. Il cristianesimo infatti cercò di non creare un netto distacco con il passato e molte feste odierne sono collegate strettamente a quelle del passato.

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